Leggere la Bibbia da Credenti

Come leggere la Parola di Dio

Alcuni principi e criteri

La Bibbia è il racconto che testimonia l’amore di Dio per Israele suo popolo, ma è anche la lettera di amore che Dio rivolge a tutti i suoi figli (S. Gregorio Magno).

Tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, parla di Gesù, il Figlio unigenito di Dio, fatto uomo per rivelarci e dare compimento, con il dono dello Spirito, al disegno di salvezza del Padre.

La Bibbia parla a noi, poveri amati e peccatori salvati, ma è la fede in Cristo che ci permette di comprenderla come un racconto in cui si parla anche di noi.

Con la sua Parola Gesù vuole incontrare ogni uomo per stringere un’alleanza di amore, capace di generare una comunione con Dio e tra noi, pegno di una speranza che attende la vita per sempre.

Il Signore risorto ha insegnato ai suoi discepoli a leggere tutte le Scritture alla luce della fede nella sua persona. Ogni pagina parla di Lui; perciò l’Antico Testamento va letto alla luce del Nuovo che racconta come ormai tutto si realizza nel Figlio.

Ciascun testo lo si può comprendere solo alla luce dell’insieme. In particolare: la Parola di Dio la si deve leggere sempre alla luce della Parola di Dio, confrontando tra loro i testi simili e accostando con pazienza parola a parola, come la Chiesa ci insegna nella liturgia.

Non si comprende la Bibbia come Parola di Dio senza un atteggiamento personale e comunitario di ascolto che apre il nostro cuore alla conversione, accettando di conformare a Cristo, pensieri e azioni.

È bene ricordare che non si impara la lectio dai libri e non la si inventa da se stessi; la si apprende nella relazione con chi la pratica da tempo, nella modalità incarnata richiesta dalla consegna viva della fede.

Modalità della lettura

Il percorso di lettura non può essere casuale o frammentario, ma ordinato e continuato, con metodo, fedeltà e costanza.

La Chiesa nella liturgia ci consegna una duplice modalità di lettura continuata: quantitativa e qualitativa.

Quantitativa perché la Bibbia chiede di essere letta tutt’intera a brani più lunghi, senza troppo preoccuparsi di una comprensione immediata e risolutiva: non importa che sia un capitolo al giorno o anche meno; quello che conta è avere una visione d’insieme che, custodita nel cuore, a suo tempo darà il suo frutto. È quello che fa la Chiesa proponendoci ogni anno nella Liturgia feriale, eucaristica e delle ore, la lettura quasi integrale del Nuovo Testamento e, in due anni, di brani scelti dell’Antico.

In senso qualitativo la Bibbia deve essere letta libro per libro a piccoli brani, cercando una comprensione più attenta dei particolari, come la Chiesa invita a fare soprattutto con il Vangelo della liturgia domenicale.

La lettura qualitativa si è sviluppata nei secoli secondo una regola sapienziale che in epoca cristiana è chiamata lectio divina. Il testo, breve, lo si legge e rilegge, cercando la comprensione di ogni parola nel contesto proprio del brano e alla luce del tutto che per noi è la persona di Cristo che dà unità all’insieme.

In questa luce è fruttuoso un confronto con altri testi biblici che presentano le stesse parole, espressioni simili o analogie tematiche, come fanno le Bibbie da studio che riportano a fianco dei testi e nelle note utili richiami per un confronto che apre a conoscenze nuove.

La ricerca fiduciosa e paziente, è sempre preceduta dall’invocazione dello Spirito Santo, che accompagna il cammino della Parola che ci parla, c’interpella per svelarsi a noi, rivelandoci come siamo conosciuti da Lui.

La Parola meditata si fa luce solo per un atto gratuito del Signore, che visita il nostro cuore. Allora la preghiera sgorga come impulso incontenibile di pentimento, di gratitudine, di supplica, d’intercessione e di lode. Solo allora la lettura dà alla Parola di terminare la sua corsa, trovando il suo autentico compimento.

Alcune indicazioni pratiche

– Raccogliti in un luogo adatto, nel silenzio che puoi custodire meglio nel tempo, trovando una posizione di riposo del corpo e una docile disposizione interna all’ascolto.

– Invoca lo Spirito Santo, perché apra il tuo cuore al Signore e ti conceda una rinnovata relazione con Lui. Puoi utilizzare una delle invocazioni qui di seguito, accompagnata dalle parole di un Salmo (pregando i Salmi nel loro ordine)

– Leggi e rileggi il testo, facendo attenzione alla sua continuità con ciò che precede e con ciò che segue.

– Cerca di comprendere il senso di ogni parola, delle frasi nel loro insieme, a partire dal significato più immediato dei termini, secondo il senso comune.

– Chiediti se le parole abbiano un significato più profondo, aiutandoti con altri testi in cui compaiono gli stessi termini o espressioni analoghe, a cominciare da passi dello stesso libro biblico che stai leggendo.

– Confronta tra loro i testi e cerca di comprendere in che senso parlino di Cristo e siano riferiti al mistero della sua persona e del suo disegno di amore.

– Rimani in attesa di una luce, di una parola rivolta a te, dell’iniziativa libera del Signore che ti interpella e ti invita a una relazione rinnovata con Lui. Non scoraggiarti se Dio si fa attendere!

– Lascia che sgorghino dal tuo cuore espressioni di pentimento, di richiesta di aiuto, di gratitudine e di lode, conformi a quanto la parola ti ha suscitato. Prova nel tempo a fare diventare invocazione una frase del testo meditato, in modo che riassuma la tua risposta al Signore.

– Ricorda che solo le sue pecore riconoscono la sua voce, che ha i suoi effetti riconoscibili nel pentimento sincero, nella pace stabile e nella gioia profonda che prendono possesso del nostro cuore, senza farci insuperbire o giudicare gli altri.

– Concludi con il Padrenostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato e che riassume ogni autentica relazione di fede, di speranza e di amore.

Invocazione allo Spirito per disporsi all’ascolto

Col lume celeste, o Signore previenici sempre e dovunque,

affinché accogliamo con degno affetto

e contempliamo con sguardo puro

il Mistero di cui Tu ci vuoi partecipi.

Per Cristo nostro Signore.   Amen

(Orazione dopo la Comunione dell’Epifania)

Possa il Signore Gesù toccare i nostri occhi,

per renderci capaci di guardare non il visibile,

ma quello che è nascosto.

Possa aprirli questi occhi, perché contemplino non il presente,

ma le realtà ultime, per ricevere in dono gli occhi del cuore,

con i quali possiamo, per mezzo dello Spirito,

riconoscere Lui in ogni sua parola.  Amen.

(Origene – III secolo)

Signore, Padre buono, noi ti ringraziamo, perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua Parola. In essa tu ci riveli il tuo amore e ci fai conoscere la tua volontà. Fa’ tacere in noi ogni voce che non sia la tua, e perché non troviamo condanna nella tua Parola – letta, ma non accolta, meditata ma non amata, pregata ma non custodita, contemplata ma non realizzata – manda il tuo Santo Spirito ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori. Solo così il nostro incontro con la tua Parola sarà rinnovamento dell’alleanza e comunione con Te ed il Figlio, nello Spirito Santo, Dio benedetto nei secoli. Amen.